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Laboratorio “Espressione del corpo”
Il Laboratorio “Espressione del Corpo” è inserito nel progetto “Non vedo differenze.Benessere e autonomia” dell’Istituto dei Ciechi “I. Florio – F. ed A. Salamone” .
Destinatari
Il laboratorio si rivolge a soggetti con disabilità visiva, di ogni età, inseriti presso l’Istituto dei Ciechi “I. Florio – F. ed A. Salamone” inoltre potranno beneficiare contestualmente delle attività laboratoriali, fino alla misura del 30 %’ soggetti con disabilità visiva non inseriti nella struttura.
Il Laboratorio si pone di offrire un sostegno educativo e di integrazione ad un gruppo di soggetti con disabilità visiva e ipovedenti tramite una attività ludico-espressivo motoria. Lo scopo è la formazione di un gruppo dove i non vedenti hanno modo di confrontarsi e, attraverso la loro disabilità, promuovere una maggiore consapevolezza del’importanza del proprio corpo.
Il progetto si pone altresì la finalità di sviluppare nei soggetti con disabilità visiva, sulla base delle loro autonomie, occasione di momenti di incontro attraverso la “socializzazione” del proprio handicap visivo.
Nella realizzazione di questi obiettivi, si terrà conto degli aspetti percettivo-cognitivo-motori che rappresentano, un elemento fondamentale nel processo di sviluppo e di maturazione di abilità differenti. I soggetti non vedenti che parteciperanno a questa iniziativa non presentano deficit aggiuntivi.
Tra i Nostri obiettivi ci sono quelli di:
- migliorare lo stato psico-fisico delle persone con disabilità;
- animare e sensibilizzare il territorio alle problematiche delle persone con disabilità e delle loro famiglie;
- favorire l’integrazione delle persone in situazione di disabilità nel tessuto sociale.
Descrizione dell’attività
Prima fase
L’attività vuole promuovere situazioni di incontro settimanale fra i soggetti non vedenti e l’esperto che, con competenze differenti, partecipato coralmente alla realizzazione del laboratorio in tutte le sue fasi più significative ed in stretto contatto con i familiari.
Gli utenti si confronteranno, rispettando le loro capacità di base, con una serie articolata e progressiva di proposte ludiche e di movimento finalizzato a scoprire l’entità delle loro autonomie e dei loro limiti motori. Si inizierà con l’esplorazione non strutturata dell’ambiente per poter comprendere quali fossero le abilità acquisite e su questa base promuovere proposte di attività motorie idonee.
Sarà utilizzata una metodologia di intervento che garantisse il movimento nello spazio senza punti di riferimento di tipo tattile e sonoro, con la presenza di ostacoli per potere valutare, in termini di valori, quali fossero le autonomie e le difficoltà che gli utenti devono superare. Ed ancora “guidati” da differenti fonti sonore espresse dall’assistente con voci, rumori, suoni e attrezzi. Quindi saranno utilizzati ostacoli ambientali per verificare le capacità e le abilità di orientamento di fronte a difficoltà previste o impreviste: le differenze di comportamento emerse fra i soggetti non vedenti e vedenti nei confronti del rischio motorio.
In seguito si svilupperanno il passaggio dai movimenti istintivi, che danno maggiori sicurezze, a quelli con una finalità esplorativa e conoscitiva del mondo esterno dello spazio e della forma.
Operazioni che avvengono naturalmente per il soggetto che vede, in quanto la vista viene intesa come stimolo e sussidio per l’individuazione della presenza di altri soggetti e le loro forme.
Per il soggetto che non vede possono diventare stimoli adeguati che rompono le inerzie e possono, con i sensi vicarianti, “ricavare” le conseguenze dell’ambiente.
Seconda fase
Lavoro di gruppo per la presenza e la scoperta del “Senso” degli ostacoli in termini di:
- Acustica (onde sonore trasmesse da un qualsiasi attrezzo)
- Di contatto (colonne d’aria che si riflettono contro l’ostacolo)
- Termica (differenti temperature fra il viso del soggetto non vedente e quello della superficie dell’ostacolo incontrato).
In seguito le proposte saranno caratterizzate rispettando le differenze dei soggetti, per la capacità di rappresentazione del proprio corpo nello spazio e stimolando l’interesse di essere riconosciuti dagli altri.
Si lavorerà sulla simulazione di storie scelte da loro dove sono emerse capacità che coinvolgono altri linguaggi del corpo e, attraverso l’improvvisazione, il gruppo scoprrirà situazioni di gioia, paura, sorpresa e rischio.
Terza fase
Dall’azione guidata al recupero del movimento inteso come:
- Tendenza istintiva (scarica di tensione, spontanea, naturale, abitudini motorie, difese)
- Eccitazione motoria (rispetto all’esperienza gruppale, incontro con gli altri)
- Scarica di potenzialità (risorse residue dei soggetti non vedenti)
In questa fase emergerà la componente emotiva in quanto i soggetti non vedenti devono confrontarsi con le loro paure e i loro limiti, rappresentati da sensazioni di tensione e di disagio, mutamenti emotivi in quanto ci si doveva mettere in gioco di fronte ai colleghi. Si potrà osservare come una semplice capovolta possa diventare, per un non vedente, un modo fra i tanti di mettere a repentaglio i propri equilibri e sicurezze incontrando situazioni che “capovolgono” improvvisamente una dimensione spazio-temporale garantita.
L’apprensione può rendere il non vedente incapace di svolgere qualsiasi gesto motorio. In questo caso l’esperto può usare il contatto corporeo emotivo o di comunicazione in quanto per il disabile la padronanza del proprio corpo diventa il primo elemento per gestire il suo comportamento. Queste difficoltà saranno superate insieme agli operatori che agiranno sempre da supporto e rinforzo attraverso consegne mirate in grado di sviluppare quella coordinazione di tipo generale, idonea per creare nel soggetto non vedente, fiducia per l’acquisizione di importanti autonomie.
Il programma del Laboratorio prevede una articolazione settimanale che includa:
- attività ginnico-sportive
- sport di squadra
SCHEMA CORPOREO |
Assunzione di diverse posizioni: in piedi, seduto, disteso;. Spostamenti del corpo: spostamento-arresto, modificazioni dell’appoggio al suolo, corsa, salto, striscio, osservazione allo specchio. |
COORDINAZIONE ED EQUILIBRIO |
Esercizi di equilibrio: sulle punte, su un piede con movimenti associati degli arti superiori e, se non è causa di apprensione per il soggetto, chiusura degli occhi. Giochi ed esercizi di destrezza per l’educazione dei riflessi, Economia dello sforzo; Esercizi di controllo: giochi con palla e cerchi; passaggi della palla da una mano all’altra, lancio a destra e sinistra ruotando il tronco, far rimbalzare la palla mentre si salgono e si scendono le scale, o in ginocchio, salto con la corda ecc.. |
RILASSAMENTO |
Esercizi per eliminare la tensione muscolare |
ESERCIZI PER MIGLIORARE LA CAPACITÀ RESPIRATORIA |
Ginnastica aerobica, esercizi respiratori. |
ADATTAMENTO AL TEMPO |
Nozioni di ritmo ed andatura: accelerazioni e rallentamenti, tempi veloci e lenti, ritmi regolari ed irregolari, esercizi con musica. |
STRUTTURAZIONE SPAZIALE |
Nozioni spaziali: esercizi alto-basso, destra-sinistra, dentro-fuori, avanti-indietro |
ESERCIZI PROPRIOCETTIVI |
Esercizi con tavola tonda-rettangolare, esercizi di deambulazione con attrezzi. |
INCREMENTAZIONE DELLA FORZA FISICA E DELLA CAPACITÀ DI RESISTENZA ALLA FATICA |
Esercizi a corpo libero. Esercizi con macchinari specialistici |
Ulteriori obiettivi del laboratorio
Le possibile aree di intervento specifiche, che naturalmente risultano del tutto interdipendenti tra loro:
Obiettivi centrati sulla persona:
- migliorare il benessere della persona, sviluppando le possibilità di espressione, la dimensione del desiderio, la creatività, la manifestazione di emozioni e di affetti;
- stimolare le abilità manuali, favorire il rilassamento e migliorare il tono dell’umore;
- favorire la consapevolezza dei propri bisogni e delle proprie attitudini, anche come incentivo al recupero o al mantenimento dell’autonomia;
- rallentare e prevenire il decadimento psico-fisico riattivando le capacità sensoriali, le funzioni cognitive e le capacità socializzanti.
Obiettivi centrati sull’ambiente:
- creare un ambiente favorevole in cui l’utente possa sentirsi a proprio agio e in cui trovi spazio e sostegno la crescita e lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno;
- contrastare e, se possibile, recuperare il senso diffuso di immobilità, di disagio e la passività di molti dei soggetti destinatari del laboratorio;
- se correttamente intesa può creare un ponte tra l’assistenza sanitaria, i servizi alberghieri, le famiglie e gli utenti stessi, ponendosi come un punto di ascolto e di scambio tra la persona e i servizi della struttura.
Obiettivi a valenza sociale:
- favorire la partecipazione dei disabili visivi nelle decisioni che li riguardano maggiormente;
- favorire la socializzazione tra i disabili visivi e gli ipovedenti, con i familiari, con l’esterno (scuole, associazioni, centri di incontro, ecc);
- favorire il collegamento con l’esterno, sia in senso ambientale (gite e visite).